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domenica 26 agosto 2012

IL SOTTOTERRA LUCANO

La Zingara di RaiUno lo predisse.
L’avevano intuito i nostri avi: la ricchezza della Basilicata viene dalla Terra. E’ infatti da 1.000 anni che i nostri agricoltori scavano zappano sterrano arano e dissodano, in onore e gloria della profezia, perché la terra schiuda le cornucopie.
E dove non potevano le zappe, poterono (possero? potuirono? potebbero? pottero?) poterono la tecnologia e le ingegnerie finanziarie delle case produttrici. Esse portarono sull’aia di ogni contadino possenti macchine agricole, poderosi trattori e frangizolle stellari con astronauta incorporato. “L’unico erpice approvato dalla NASA e dall’Associazione Medici Dentisti”, dicevano certi spot. Acquisti ratealizzati  a tasso agevolato, con il contributo dello stato. Così le grandi aziende italiane fecero fatturati epocali vendendo macchine che altrimenti non avrebbero mai venduto, un business rispetto al quale la rottamazione biblica delle 127 sembra una riffa di quartiere. E se il contadino non pagava le cambiali, interveniva la Regione. Un affarone, altro che le azalee per la ricerca sulla sciatica e i concerti del Bocello contro il morbillo.
La Zingara di RaiUno girò le carte: IL POZZO!
Il pozzo di petrolio, un po’ come la Luna Nera. La Basilicata è tutta un giacimento di petrolio e gas metano, la ricchezza che esce dalle Scatole dopo le ore venti, la ricchezza nono solo dalla superficie ma anche dalle profonde viscere di questa terra benedetta.
E siamo al quiz dell’anno: “quanti barili di petrolio ogni due ore può produrre TempaVerde?”
Me lo da un aiutino? -  chiede il concorrente tremebondo.
Si, ma quanti? E quanti posti di lavoro?
Ormai sotto il milione si perde la faccia pure a dirlo
C’è petrolio bastante per i prossimi 50 anni. Di più. No, di meno. Si sogna. si sognano tempi migliori, tempi nuovi o anche tempi vecchi.
E se il proprietario dei terreni potesse fare in proprio il petroliere?
Ci ho un vecchio amico da quelle parti, di nome fa Gerardo, ma già si fa chiamare
Gei Ar’d e oltre al palmare d’ordinanza porta il cappello come Tex a falde in sopra: Qui facciamo l’America, mi ha detto: anzi il Texas. All’Ispettorato Petrolifero a ognuno rilasceranno la CCP (Carta di Credito Petrolifero) per accedere ai finanziamenti agevolati per la conduzione petrolifera annuale, e sopra ci scriveranno quanti euri ognuno potrà pigliare a tasso agevolato. Naturalmente occorreranno le trivelle, i fusti ed  i tralicci: e noi li compreremo con le speciali leggi a tasso agevolato con il contributo dello stato. E i fatturati delle aziende produttrici faranno numeri epocali vendendo macchinari che altrimenti non avrebbero venduto. Alla scadenza le cambiali non pagate saranno a carico della Regione.
In caso di sovrapproduzione, L’Ente di Sviluppo Petrolifero concederà a ogni petroliere una barca di euri per ettaro di giacimento non sfruttato, dalla CEE arriveranno gli assegni di integrazione olio minerale e il prodotto non venduto, per i patti internazionali di importazione greggio, verrà ceduto alla PAGEA (Petroleum A.G.E.A.) che risarcirà il petroliere.
E’ l’America, dice l’amico mio Gei Ar’d .
Non ho mai capito se Gerardo sia un ottimista o un pessimista.

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