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lunedì 26 novembre 2012

La Troika e l'Europa - il Verbo della Sapienza Antica

  • La Troika !
  • E che sarebbe?
  • Possibile che non lo sai?
  • Non mi sovviene, ho un lapis.
  • Lapis? ma che dici, vuoi dire lapus.
  • Ah sì, lapus, e scusami sono un po' stanco.
  • I romani dicevano uomo uomini lapus per dire che uno si sbagliava.
  • E la Troika?
  • Ah, la Troika, sì.
  • E allora?
  • La famosa Guerra di Troika, non ti dice niente?
  • Mmhh! Forse l'ho sentita quando andavo a scuola.
  • Bravo.
  • E ti ricordi la trama?
  • Certo che mi ricordo: un sacco di morti...
  • Ettore che combatteva contro i mulini a vento...
  • E Achille con Davide e Golia...
  • Sì, sì, e Alessandro il Grande...
  • E allora c'entra pure la Grecia.
  • Come no? La Grecia, l'Italia, tanta gente c'entra.
  • Quindi quella deve essere Elena.
  • Bravo, Elena, che era impazzita e scambiava il treno per un cavallo.
  • Ah, è vero: il famoso Cavallo di Troika.
  • Vedi che le sai le cose?
  • Sì, lo trovo sempre nel computer quando ciatto.
  • Bene: quella nell'immagine è Elena che è sempre malcontenta, dice che paga troppe tasse, che non ha futuro, che i figli non hanno lavoro ed è scappata per seguire Cavallo Pazzo, pazzo come lei..
  • Sui binari?
  • Certo, sulla ferrovia scorre il treno. 
  • Ma troppe cose insieme m'insegni,. io mi confondo...
  • Devi soffermarti di più sui dettagli, sennò come fai a capire il mondo?
  • Giusto. Allora, spiegami l'immagine. Quella è Elena, occhei, e quei tre chi sono?
  • E sono la Troika, te l'ho detto.
  • E che gli fanno?
  • Cercano di farla guarire dalla sua agitazione.
  • Col martello?
  • Col martello, col manganello e colle tasse.
  • E dici che guarisce?
  • Non del tutto, forse, ma placa l'agitazione.
  • Uh, quante cose che sai, tu.
  • E' la saggezza antica.
  • Me la insegni?.
  • Certo. Ripeti con me il Verbo della Sapienza Antica: Mazz e panell, fann i figl bell: ripeti!
  • Mazz e panell, fann i figl bell - Mazz e panell, fann i figl bell. - Mazz e panell, fann i figl bell..
  • Mazz e panell, fann i figl bell  - Panell e senza mazz, fann i figl pazz.
  • Mazz e panell, fann i figl bell  - Panell e senza mazz, fann i figl pazz.
  • E non te lo scordare.

mercoledì 21 novembre 2012

spremuti sino all'ultima goccia

COMMENTO LIBERO  

i viandanti possono lasciare qui di seguito libere didascalie all'immagine...

domenica 11 novembre 2012

MATERA: la civiltà impiegatizia del '900 Rupestre

I posteri da un po' di secoli hanno preso la strana abitudine di mettersi a scavare per ritrovare gli oggetti abbandonati dai progenitori; i quali, avendolo saputo, lasciano in giro apposta i loro rifiuti così un domani i posteri li possano facilmente ritrovare e compiaciuti della scoperta, pontificare per decenni sulle presunte abitudini degli antenati. 
Così i posteri sono divenuti i destinatari di molte delle opere dell'umano ingegno: quando qualcuno si ficca in testa di passare alla storia, sta pensando ai posteri che un domani remoto possano, ammirando la sua opera, aver memoria della sua esistenza e della sua eccezionale e imperitura immagine. 
Ma anche quando non c'è particolare propensione ad essere ricordati, anche quando in verità si tenta di non lasciare troppe tracce, risulta quasi inevitabile che nel futuro qualcuno possa repertare oggetti e manufatti la cui trasmissione ai posteri era, come dire, preterintenzionale.
E sarà così che fra qualche secolo i posteri, scavando nei rinnovati ipo-ipogei del materano potranno un dì ritrovare, nel giubilo dei futuri conservatori, le vestigia di una negletta civiltà del '900 Rupestre: la civiltà impiegatizia che sostituì fra le rupi murgiane la civiltà pastor-contadina che la aveva preceduta. Civiltà che tristemente scomparve dopo il 2012 DC, anno in cui fu soppressa la Provincia e a partire dal quale progressivamente il declino di quella civiltà fu segnato ineluttabilmente .
I reperti saranno grattati con levità dal tufo che nei secoli li avrà incastonati e saranno poi esposti in un apposito museo aperto ai turisti tutti i giorni compresi festivi e i visitatori potranno ammirare gli strumenti d'opera di questa antica e specifica civiltà impiegatizia: una primordiale penna quasi funzionante, una mezza manica un po' lisa, un cappuccino fossile certificato, un atto notorio incartapecorito, un prezioso cartello vergato a mano dove si riesce ancora a leggere "torno subito", accanto a un altro dalla grana cartacea resa friabile dall'età sul quale, con pennarello indelebile qualcuno aveva scritto "il pubblico si riceve dalle ore 9 alle 10 del martedi e del giovedi", i resti ossificati di una tangente, una risma semiusata di carta copiativa per verbali stradali redatti dagli amanuensi, due preziosissimi timbri, uno rotondo e uno orizzontale per l'apposizione dei quali su certi formulari i cittadini dovevano versare somme ingenti di denaro, e poi un tampone inchiostrato per timbri tondi, un bagnadita per facilitare i conteggi di fogli di carta, un dattilo zoppo, una macchina per scrivere olivetti 98 semifunzionante, una vagonata di telefoni di ogni foggia, uno schedario a cassetti retrattili con dentro i resti fossili di un panino.
E scavando ancora i posteri potranno trovare una polverosa cantina, ambiente che segnava lo sfumare dell'una civiltà verso la nuova che la assorbiva, e  in questa cantina scopriranno ben conservati i resti di numerosi imbottigliamenti dagli strani nomi, intraducibili, che per i posteri rimarrano "il mistero della civiltà impiegatizia del '900 Rupestre."
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