Un voto pagato tremilioni di €uro !
E di nuovo si strepita contro le inchieste a orologeria, di nuovo si sbraita contro la magistratura nella liturgia dell'alibi italiano secondo il quale il problema non è che io fossi in divieto di sosta, ma è che il vigile per avverse idee politiche tentava di cancellarmi dalla vita democratica. Un sofisma illogico che trova il suo losco spazio solo in Italia, dove gli elettori continuano a premiare i marpioni mentre gli onesti oggi sono espulsi dalla vita politica da quello stesso elettorato che ieri acclamava Craxi, Andreotti, Mastella.
L'atmosfera italica è mefitica, qui infrangere le regole, corrompere, comprarsi i giudici, evadere il fisco, accettare mazzette, truffare lo Stato, dire oscenità da un palco, mentire, piegare la cosa pubblica ai propri interessi diviene non più ragione di emarginazione dalla vita sociale, ma al contrario viatico per il successo e il potere.
Il Paese intero è precipitato nel circolo vizioso nel quale se ho potere posso delinquere e se delinquo ne traggo consenso e aumenta il mio potere. Il patto scellerato che l'elettore fa col candidato è il seguente: so che vai lì per rubare: dammi parte del bottino e io ti voto, ti reggo il sacco, ti faccio il palo; fammi evadere il fisco e io ti reggo il sacco, toglimi l'IMU e io ti faccio da complice e se abusi del potere, fai il bunga bunga nelle istituzioni e rovini il Paese non mi importa nulla, te lo lascio fare, sinchè mi dai parte del bottino, ti lascio al governo.
Il bottino nel secolo scorso lo si andava a cercare nelle colonie d'Africa, ora si depreda lo Stato italiano in una sorta di demente autodeglutizione insensata, come se lo Stato italiano non fosse il nostro.
Il costo della politica non sono gli stipendi dei Parlamentari, che in fondo sono poca roba. Il costo della politica sono il prezzo dei voti che i politici hanno da pagare ai loro elettori. A spese dello Stato. Nel palazzo essi rubano, e i derubati, nel segreto dell'urna, cancellano le impronte digitali dall'arma del delitto.
(w/cody)*