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lunedì 29 ottobre 2012

Il futuro della Basilicata

Ma il futuro della Basilicata… 
Ma se lo lasci dire: il futuro della Basilicata è dietro l’angolo ! 
Il futuro della Basilicata è nelle estrazioni.
Sì, Signor mio, se ne persuada e si apra all’ottimismo, mi dia ascolto, si apra!   
Non sente il pulsar possente della trivella  che trasuda olezzi e le si abborda, sbuffa e s’appropinqua, che ansima e s’approccia?  Non ne sente sulle spalle già il calore quasi carnale?
Si apra, suvvia, si lubrifichi e si apra, non sia pessimista, canti con noi “olio, petrolio, benzina minerale, conquista il tuo futuro in fondo a un pozzo scuro”. 
Pensi Signor mio che la ruota gira e la pallina salta e su 36 numeri qualche volta esce anche il suo, se lo gioca bene e se è fortunato.
Non sente i lombi fecondi dell’estrattore pompare nei muliebri pozzi di appraisal nei pozzi artesiani nei pozzi ginori e nei pozzi a due canne oltre che nei pozzi moana e nei famosi ah che te pozzi no?
Signor mio, non presagisce forse l'estasi e i tranci di infinito che la possanza dell'asta rotante le aprirà fra le ascose membra?
Non sia guardingo alfìn, si schiuda e tenti la sorte: una volta individuato il giacimento di numeri o d’auspicabili carburi, si stima che su 90 numeri la probabilità che esca un terno o un soffione metanifero sia inversamente proporzionale alla caducità degli Enti locali diviso i treni che locali son soppressi, ma senza grassi né zuccheri aggiuntivi.
Si lasci servire, Signor mio, e si apra. 
Il futuro della Basilicata è nelle estrazioni. 
Estrazione delle province, estrazione delle prefetture, estrazione delle scuole, estrazione dei cervelli, estrazione dei lucani, estrazione di incisivi corrivi e di molari irredenti.
Sia ottimista e gratti qui e poi ritenta, sarai più fortunato.

domenica 14 ottobre 2012

la patria chiama


Giustino Fortunato Leopoldo Franchetti Sidney Sonnino Francesco Saverio Nitti Manlio Rossi Doria Antonio Labriola Giuseppe Di Vittorio Gaetano Salvemini Antonio Gramsci Pasquale Villari Emilio Sereni Luigi Sturzo

giovedì 11 ottobre 2012

salva italia

Lo dicono chiaramente, neanche ce lo lasciano più sospettare mormorando fra i denti nei corridoi. Non ce lo nascondono e ci hanno così tolto finanche quei bisbiglii che sanno un po' di sfogo un po' di celia proibita scambiata furtivamente con un amico fidato, un amico spremuto.
Lo dicono espressamente: tassare i ricchi porta poca sostanza, perchè i ricchi sono in pochi e non ci si ricava molto; mentre dalla scorticatura dei poveracci, del ceto medio, dei non ricchi, che in verità sono molto più numerosi, si ricava tanto di più. Tassare i ricchi non vale la candela che si arde: è la inflessibile legge dei numeri, mica una protezione di casta.
Nooo, che dice, Signor mio, ma se lo tolga dalla mente, è solo davvero una questione di numeri, si sa, l'economia è una questione di numeri. 
Da che mondo è mondo le cose vanno così, il popolo è abituato ai sacrifici, alle rinunce... se lo lasci dire, ma già lo sa di suo: quelli, i ricchi, non ci sono proprio abituati.
Ma ssuuvvia, non si immusonisca, Signor mio, lasci perdere le vecchie ideologie e guardi in faccia la realtà.
Ma se lo immagina, lei, un ricco in fila in banca a pagare le tasse?
Ma se lo immagina, lei, il vescovo in coda alle poste a versare l'IMU mentre l'autista tiene accesa la BMW comprata con le offerte dei fedeli che stringono la cinghia?
Ma se li immagina?

sabato 6 ottobre 2012

politiche giovanili



Compito della scuola è avviare le nuove generazioni alla scoperta del mondo perché possano conoscerlo, comprenderlo e possibilmente NON cambiarlo; a salvaguardia della civiltà, la scuola tiene a bada il cambiamento, classifica e separa la diversità, premia l’omologazione, garantisce la conservazione.   
La società non può che insegnare se stessa, riproducendo nelle nuove generazioni le direttrici comportamentali delle generazioni precedenti.
Ma i ragazzi crescono, sognano, e si mettono in testa le idee delle nuove generazioni (beh, non tutti, i ciellini sono sempre esistiti) e ai loro occhi le ripetizioni mostrano la logora noiosità della morte, il mondo appare in tutta la sua ingiustizia, arde in loro il desiderio di un mondo migliore e sentono che la tradizione, in genere, non è altro che pura conservazione, inimicizia preconcetta verso il nuovo e ripetizione insensata di gesti nella religiosa e rassicurante gabbia dei rituali sempre identici. E soffrono; come in tutte le patologie, soffrono.
Il disturbo tuttavia dura poco: come le esantematiche, scompare in genere con l’adolescenza o poco più tardi.
Ma anche se di breve durata, il disturbo rimane pericoloso ricettacolo di idee nuove, matrice di potenziali cambiamenti, specie in relazione alla rapidità di contagio fra giovani menti esuberanti. E poi, non si sa mai, metti che qualcuno non guarisce.
Da qui la necessità di adottare specifiche politiche giovanili.

lunedì 1 ottobre 2012

io dalla politica non ho mai avuto niente




Io non mi interesso di politica
La politica è una cosa sporca
Io di politica non ci capisco niente
Sono tutti uguali
Tutto un magnamagna
E che cosa ho avuto io dalla politica?
Politica? Io mi faccio i fatti miei
Sono tutti ladri
Io voto l’amico, non mi interessano le ideologie
I partiti vanno aboliti.
Io non mi interesso di politica
Eredità del fascismo fu il dichiarare di non interessarsi alla politica. Chi era fascista non si occupava di politica, seguiva il duce. Si diceva dei dissidenti che “facevano politica”. Da qui deriva l’automatico paludamento di chi si conforma al potere; di generazione in generazione dire “non mi interesso di politica” significa dichiarare di non avere idee diverse da quelle del potere costituito.
Io di politica non ci capisco niente
Sin dal ventennio e ancor di più nei decenni successivi e oggi ancora non esprimere la propria opinione – laddove ce ne fosse una – persegue il fine di non inimicarsi qualche potente.  Una furbata gretta che diviene massima risorsa in caso di richiesta e ottenimento di favori.
Politica? Io mi faccio i fatti miei.
Omertà, per essere precisi: meta-omertà che ammicca e garantisce il silenzio.
E che cosa ho avuto io dalla politica?
E siamo alla teoresi della corruzione, della messa sul mercato del consenso. Se mi dai il “posto” a mio figlio, l’appalto alla mia ditta il favore illecito la grazia il tornaconto poi ti spetta il mio voto in vendita, diversamente la politica diventa
tutto un magnamagna
Sono tutti uguali – si sente ripetere da quelli che per non sbagliare votano sempre dalla stessa parte.
Destra o sinistra sono tutti uguali !
ma da 70 anni votano sempre a destra.