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venerdì 20 luglio 2012

ricette anticrisi

 
Il paziente deve fare il paziente.
Perché la cura sortisca gli attesi effetti benefici, il paziente deve fare il paziente e il dottore deve fare il dottore, non si possono confondere i ruoli.
Ma la cura è dolorosa.
La cura è dolorosa? Ma si sa, vivaddio, che solo col dolore si può sconfiggere il male: le terapie indolori non sono curative. Sono forse indolori le cure dentarie? Sono forse indolori le siringhe? Sono forse indolori le operazioni chirurgiche? Le amputazioni? 
Il dolore è come il fuoco, come il Purgatorio, riscatta e disinfetta, purga e porta alla redenzione: il dolore è la strada della guarigione.
Ma il paziente soffre, il popolo soffre. 
Si capisce, che soffre: sin qui ha goduto sino ad ammalarsi e ora gli tocca un po' di sofferenza. Ma è a fin di bene, per il suo esclusivo bene, nel suo solo e precipuo interesse.
Ma il paziente si dimena, le piazze si agitano. 
Le piazze? Ma no, le Piazze sono per gli affari.
Le piazze sono agitate.
Se il paziente si agita, occorre contenerlo, come dire, occorre essere persuasivi: il paziente deve comprendere chiaramente che si agisce per il suo bene, e se si rifiuta di comprendere, be’, occorre ammanettarlo alla lettiga e, come dire, sedarlo, ecco, sedarlo.
E operare.

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