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domenica 1 luglio 2012

polo sud a Matera


Già. Una semplice informazione. 
Tema, per altro, della due giorni di “negozio-di-lavoro” svoltosi a Matera sotto il titolo di “Polo Sud, idee per il futuro”.  Un seminario di studi davvero interessante. Per diverse ore alcuni intellettuali al cospetto di una ottantina di persone (metà delle quali erano a rappresentare le istituzioni e l'altra metà erano alcuni dei locali professionals) hanno spiegato come solo la cultura ci possa traghettare fuori dalla crisi e riaprire le porte del futuro. Lo sviluppo deve essere progettato e condiviso dalla cultura mondializzata che unisce i popoli, non li divide; la cultura che riscatta dalla ignoranza e dalla superstizione, magnetizza le idee dal mondo intero e porta le moltitudini al sapere e a progettare un futuro non di sola crescita ma di sviluppo. Bellissimo. Gli applausi erano sinceri e molti sono rimasti ad ascoltare sino alla fine.
Le moltitudini però non c’erano al simposio della cultura. Gli abitanti della candidata Capitale-della-Cultura 2019, tutti, erano assenti, erano fuori a ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-rivedere i riti della Bruna e ad attendere la partita finale Italia contro Spagna per scoprire sul maxischermo chi vince nientepopodimenocchè la coppa Europea dei calci alla palla.

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