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mercoledì 6 giugno 2012

non è il momento (di perdere la testa)

Gli Americani usano esportare la democrazia, lo hanno fatto col Kuwait, con l’Iraq e con tanti altri paesi. Funziona così: loro arrivano con le truppe e i carri armati, scacciano i vecchi dittatori e mettono al governo amici loro che indicono libere elezioni.
Solo che gli abitanti di quei paesi non sono abituati alla democrazia, non sanno adoperarla, spesso non sanno proprio che farsene.
Quei Paesi restano preda dei Ras locali che amministrano il potere in una società che rimane feudale pur dotata di ruoli istituzionali.  
Nel segreto residuale dell’urna di cartone i sudditi divenuti cittadini senza volerlo, assegnano il voto a chi glielo ha comprato con una promessa o glielo ha estorto con una minaccia mandando a governare non la parte migliore del Paese, non fra i cittadini quelli più saggi più onesti più disinteressati, ma quelli che, in cambio del voto, promettono e distribuiscono prebende e benefici, quelli che promettono, predando lo Stato, di farli partecipi del bottino, spesso gente mediocre, spesso figuri senza scrupoli.

Quella italiana è una democrazia molto giovane: ce l’hanno esportata coi carri armati settanta anni fa.                                                                                   (w/cody)*

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